domenica 5 giugno 2011

Octavia e gli illustratori di Alice



Humpty Dumpty: disegni di John Tenniel (1872) e E. B. Thurstan (1930)

Alice è una specie di paradosso. Libro tra i più illustrati della storia della letteratura ha però legato la sua immagine soprattutto ad un artista, Sir John Tenniel, che fu il primo ad affrontare, nel 1865, la creatura di Lewis Carroll e tutti gli imprevedibili personaggi, mutuati dai nonsense e dalle nursery rhimes, che affollano il Paese delle meraviglie. Eppure il rigido formalismo vittoriano di John Tenniel non era mai piaciuto nemmeno troppo a Carroll che avrebbe preferito, e ne fanno fede gli schizzi che lui stesso aveva vergato per il primo manoscritto, Alice’s Adventures underground, un disegno più moderno e ‘nervoso’, meno austero e inteccherito.

Tweedlwdum e Tweedledee: disegni di John Tenniel (1872) e Walt Disney (1948)
 Comunque sia la versione di  Tenniel ebbe un tale successo da risultare, da quel primo momento, un modello ingombrante e irrinunciabile con cui tutti dovettero fare i conti. Alice, dalla testa grossa e i capelli biondi sulle spalle, con la vestina e il grembiulino bianco, il Cappellaio matto col cilindro e la cravatta a farfallino, i due bambinoni Tweedledum e Twidledee, e tutti gli altri naturalmente, ebbero da quel momento forma grafica compiuta e, possiamo dire, definitiva.

Cappellaio matto: disegni di John Tenniel (1865), Libico Maraja (1957), Walt Disney (1948). Johnny Depp nel film di Tim Burton (2010)
Contrariamente a quanto succederà per Pinocchio, altro libro continuamente illustrato, gli artisti, anche grandi, che si avventurarono su Alice, non si seppero liberare del modello originario e, quando ci provarono, i loro personaggi ci appaiono spesso freddi, distanti da quello che ci aspettiamo, quasi senza vita. Si spiega quindi facilmente come produzioni importanti quali i film di Walt Disney e Tim Burton, abbiano ripetuto, per quanto si poteva, la linea già tracciata, anche quando a dare il volto al Cappellaio si era trovato Johnny Depp, attore di culto quant’altri mai.

Arthur Rackam (1907)


Ralph Steadman (1967)

E si spiega altrettanto facilmente come Arthur Rackham, Ralph Steadman, Lisbeth Zwerger (per citare qualche nome di grande personalità e di primissimo piano), che avevano dato della bambina di Carroll una versione autonoma e personale, siano quasi immediatamente caduti nel dimenticatoio.

Delle due versioni che Prìncipi & Princípi ha dedicato a Alice quella di Andrea Rauch si muove completamente all’interno dell’universo tenneliano, facendosi forte dello stereotipo e 'rinfrescando' solo i disegni in chiave moderna e aggiornata, ma rispettando le situazioni originali.

Il Brucaliffo: disegni di John Tenniel (1865), Andrea Rauch (2010), Ralph Steadman (1967), Emanuele Luzzati (1998)

Quella di Octavia Monaco esce invece nettamente dai binari del consolidato e ci offre, di Attraverso lo specchio, una versione personale ma anche ‘eccentrica’ rispetto al testo di Carroll che viene usato come pretesto per avanzare, come dice la stessa artista,  “… un’ipotesi di lettura”  che aggiunge “… senso a senso, interpretazione a interpretazione, e sovrappone a molti momenti del libro il simbolismo magico degli arcani maggiori dei tarocchi.”
Octavia Monaco, si legge nella postfazione del volume, appena uscito in libreria,, “… non sceglie di disegnare le situazioni del libro, ma cerca di investigarne il senso, le ambiguità, le contraddizioni. Scava a fondo nell’animo di Alice e in quello di Carroll e, ‘al di là dello specchio’, cerca e trova i significati della parabola.”

Attraverso lo specchio: disegni di Octavia Monaco (2011)

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